POTENZA: CLIMA SOCIALE “INCANDESCENTE” E LE ISTITUZIONI STANNO SOLO A GUARDARE?

CLIMA SOCIALE PESANTE. MINACCE, INGIURIE PER CHI CHIEDE CHIAREZZA O ESULTA
A giudicare da cosa sta accadendo a Potenza da qualche mese, si può dire che il clima sociale stia cambiando: in peggio e con il coinvolgimento di alcune figure istituzionali. Lo spunto è offerto anche dai pubblici attacchi, ingiurie e minacce al consigliere comunale Francesco Giuzio, di cui si è saputo in questi giorni (LEGGI QUI). Qualche “sintomo premonitore evidente” c’è stato la scorsa estate. Quando si è scoperto che quanto si stava consumando sul fiume Basento, la famosa movida potentina, era illegale e anche con implicazione dannose. E’ stato creato un business di centinaia di migliaia di euro senza le necessarie autorizzazioni, con la evidente complicità o omissione della macchina burocratica. I rappresentanti delle istituzioni, invece di pretendere il rispetto delle regole, in qualche caso, hanno additato coloro che chiedevano la dovuta trasparenza, per il bene della città. Dalla regione, che gestiva il parco, hanno fatto orecchie da mercante, se non per un laconico e inutile comunicato, quasi “estorto” considerato che l’assessore competente, Gianni Rosa, ha fatto pressoché finta di non sapere e di non vedere, con un ingiustificato prolungato silenzio. Molti gli hanno rinfacciato un cambio di passo rispetto a quando era all’opposizione: “in una situazione del genere avrebbe fatto ferro e fuoco, invece ora tace” Alcuni, più spiritosi, credono perché aviglianese che non conosce bene la città capoluogo. Il sindaco di Potenza, l’assicuratore Mario Guarente, ha addirittura emanato ordinanze di regolamentazione sugli alcolici, improbabili se si considera che quelle attività non potevano esistere. Dall’assessore alle attività produttive non si è avuta notizia, mentre quello al verde, Alessandro Galella, che ha anche l’incarico della comunicazione nell’assessorato di Gianni Rosa alla regione, ha additato con post sui social, che sembravano provenienti più da un ultras che da un assessore, chi pretendeva trasparenza e rispetto delle regole. E da li in poi l’asticella dei commenti offensivi e intimidatori si è alzata, anche dai suoi sodali e in privato contro i giornalisti e chiunque volesse mettere becco nella vicenda “Questi sono i nemici della città” scrisse su facebook a poche ore dall’uscita di un articolo che lo tirava in qualche modo in ballo perché sosteneva legittima un’evidente illegalità (LEGGI QUI). Fra l’altro ha continuato pubblicamente con questa posizione anche dopo le ordinanze di chiusura; da non credere! Galella non è nuovo a uscite di questo tenore. Era consigliere comunale e scrisse nel novembre 2017, sempre su facebook, ancora nei confronti dello stesso Giuzio: “gente così non deve mettere mai più piede al Viviani” in occasione dell’esultanza per la vittoria della squadra della quale era vice allenatore, il Picerno, contro il Potenza. Tipica affermazione da capetto ultras, quale Galella è, con un tono bullesco; lo si vede con il megafono nella curva incitare i tifosi. La passione per il calcio è fra le più forti e a volte porta ad atteggiamenti sopra le righe. Ma un rappresentante delle istituzioni non può permettersi tali atteggiamenti! Se poi si fa il confronto con la “fedeltà” al patrono di Potenza, San Gerardo, essendo lui fra i Portatori in occasione della festa patronale, risulta incredibile che possa comportarsi così. Per i suoi è un trascinatore di follower ed esperto in comunicazione: forse per la laurea e il ruolo all’assessorato di Rosa. Per chi è osservatore e comunicatore, con radici familiari lontane nel tempo nella città, che evidentemente la ama almeno quanto Galella, è lecito immaginare che sia in atto una strategia indirizzata a cercare una credibilità popolare, in modo strumentale. Tuttavia usare quei modi “istigatori” contrari ai principi della fede cristiana e della convivenza civile, non è consentito. Chi è nei palazzi della gestione pubblica, se aizza contro qualcuno, non ne è degno, a maggior ragione se è rivolto a chi vuole il rispetto delle regole e del buon senso, per amore del capoluogo; città che negli anni ne ha subite di ogni da politicanti e faccendieri. L’assurdo silenzio e la mancata condanna da parte dei rappresentanti dei cittadini, a partire dal sindaco e dal presidente del consiglio comunale, delle pubbliche minacce e intimidazioni, ingiurie e offese gratuite, contro i giornalisti, i cronisti e gli “avversari politici” è preoccupante. Delle due una: o non se ne rendono conto, cosa molto grave, oppure non vogliono mettersi contro questi personaggi che invece vanno ripresi, ridimensionati ed educati. Se la strada è questa ci sarà da combattere per arrivare a una comunità più civile, tollerante e culturalmente migliore.