PARCO FLUVIALE BASENTO: LA POLITICA “RESPONSABILE” CHE SI NASCONDE

PROGRAMMA DI RECUPERO DI TOSSICODIPENDENTI, ALCOLISTI E LUDOPATICI:
DA CINQUE ABBANDONI L’ANNO A DICIASSETTE “IN CONTEMPORANEA CON LA MOVIDA” DI QUESTA ESTATE

Una storia conclusa come da pronostico, quella del Parco Fluviale Basento. “la stagione è passata e chi era nell’irregolarità ha portato a termine i suoi cospicui affari” E sembra si sia consumata con la “collaborazione consapevole o inconsapevole” delle istituzioni; la politica, compresa quella del “Generale Presidente” se n’è “lavata le mani” Così si potrebbe riassumere la vicenda che ha tenuto banco per l’intera estate. La conclusione è il comunicato della giunta regionale che solo dopo insistenti sollecitazioni si è espressa (LEGGI IL COMUNICATO A FONDO PAGINA) senza entrare nel merito delle irregolarità nell’uso e nel controllo del bene demaniale. Anche l’assessorato all’ambiente, retto da Gianni Rosa che ha usato la definizione “limiti” per quanto è accaduto, ha glissato. E’ evidente il suo cambio di passo: “molto critico e puntiglioso quando era all’opposizione, in questo caso non è intervenuto nonostante le diverse richieste” Si è manifestato, invece, il suo fidato collaboratore, l’assessore all’ambiente di Potenza: Alessandro Galella. Si è scagliato sui social contro chi ha evidenziato le irregolarità “additandoli come nemici della città” offrendo “spunti” ai suoi, probabilmente ignari, seguaci. Le minacce e le ripetute denigrazioni non sono mancate contro gli “assediati cronisti” che hanno evidenziato tutte le criticità procedurali e di opportunità. Non da meno il sindaco, Mario Guarente: si è mostrato inesperto e incompetente nella materia, a tratti “arrogante” quando ha emanato ordinanze sulla riduzione dell’alcolicità delle bevande in un luogo dove l’alcol non poteva essere venduto; definendo addirittura la Polizia Locale, della quale si è tenuto la delega, “zelante” che, invece, avrebbe potuto intervenire a tempo debito. Va ricordato che le autorizzazioni della regione consentivano di svolgere attività culturali, d’intrattenimento e per l’installazione di “gazebo rimovibili per proteggersi dal sole” nell’ambito della manifestazione “Estate in città” Invece è stato realizzato e “prodotto” tutt’altro, in un luogo vincolato, con un versamento simbolico di soli 210 euro a fronte di incassi di migliaia di euro a serata. Le realizzazioni delle “casette” sono iniziate senza le autorizzazioni e la Polizia Locale è intervenuta a cose fatte solo dopo l’esplosione dello scandalo. Gli uffici regionali, pur se informati, sono intervenuti morbidamente soltanto a stagione inoltrata, con inspiegabili richieste di ravvedimento e adeguamento. Si è risolto tutto con qualche cartello e faretto di scarsa efficacia, oltre a qualche metro di palizzate, che non hanno sanato l’uso improprio. Neppure la nota della Sopraintendenza ai beni Monumentali e Culturali, che non ha competenze sulle autorizzazioni, con chiare indicazioni su come e cosa si sarebbe potuto fare, è stata considerata. Nel mentre dello scandalo, pur di trovare giustificazioni è stato attivato il repertorio del: “abbiamo portato le famiglie, allontano le prostitute e gli spacciatori, tolto dall’abbandono il parco e così via” Repertorio usato anche dai tecnici comunali, interpretando così un ruolo politico. Com’è noto, gli spacciatori preferiscono luoghi frequentati dai ragazzi. E le prostitute sono state viste aggirarsi comunque nella zona. Il parco era già frequentato da famiglie e ragazzi da molti anni. Per esempio l’estate passata l’assessorato allo sport ha organizzato una frequentata manifestazione sportiva molto apprezzata da famiglie e ragazzi. Hanno così sminuito anche il lavoro dell’ex assessore Rocco Coviello, che del parco ne ha fatto un vanto già da anni. Anche lui è intervenuto dando dell’impreciso a chi evidenziava le anomalie, affermando pubblicamente che era tutto in regola, addirittura quando le autorizzazioni ancora non c’erano. Anche l’insensibilità mostrata verso l’associazione Insieme, che si occupa del recupero delle persone con problemi di alcolismo e droga è stata evidente. Un solo dato è sufficiente per quantificare anche quest’aspetto: l’abbandono medio del programma di recupero negli anni è stato di circa quattro/cinque persone l’anno, quest’estate è stato di 17, in coincidenza con “la movida non autorizzata” a ridosso della loro residenza. Dall’associazione hanno fatto sapere che le istituzioni sono state distratte, addirittura refrattarie. Per l’anno venturo si faccia tesoro di questa brutta esperienza che lascia una macchia sulla città, prestando attenzione al rispetto delle regole e agli interessi comuni, come quelli dei cittadini disturbati dal livello elevato della musica, anche nelle ore notturne e dei tanti operatori del settore della città, che si sono visti schiacciati da una concorrenza da loro stessi considerata sleale.


COMUNICATO DELLA GIUNTA REGIONALE:

Gentile Gallo, l’ufficio stampa della giunta, dopo aver sentito il dirigente competente, le comunica che “la Regione Basilicata, in linea con le normative vigenti in materia, ha assegnato temporaneamente le concessioni a tre associazioni individuate attraverso l’avviso pubblico del Comune di Potenza relativo alle manifestazioni del cartellone ‘Estate in Città 2019’. Il governo regionale – prosegue la nota dell’ufficio stampa – guarda con interesse alla disponibilità manifestata dal Comune di prendere in concessione il Parco fluviale al fine di potenziarne maggiormente l’attrattività, garantendo ogni forma di tutela ambientale, ma anche la piena fruizione da parte dei cittadini e una gestione ottimale delle iniziative autorizzate a svolgersi in un luogo affascinante e rappresentativo del capoluogo”