CHI AMMINISTRA DEVE RISPETTARE CULTURA E TRADIZIONI

  • POTENZA si gioca allo scaricabarile sulle spalle della città –

In questi giorni è montata la polemica sulla intitolazione della piazzetta alla fine della centrale via Pretoria, ai “martiri delle foibe”; dove una volta c’era la storica “piazza dei poveri” Su quello spazio negli anni 90 è stato realizzato un parcheggio multipiano. Uno sfregio alla storia, alla cultura e alle tradizioni potentine. L’autorizzazione per la costruzione del parcheggio ha visto un giro formale urbanistico che ha dell’incredibile. Uno dei tanti che si sono consumati a Potenza. Del resto sono sotto gli occhi di tutti gli sgorbi che le amministrazioni e gli uffici comunali negli anni sono stati in grado di partorire. Ma ormai è storia vecchia. Sul tetto del parcheggio è stata quindi spostata la piazza, che ha una sua storica connotazione e uso; era a piano strada via Bonaventura, ora invece affaccia sulla sovrastante via Pretoria. Sono stati lasciati gli allacci per l’acqua e gli scarichi, evidentemente proprio perché si sarebbe dovuto spostare li lo storico mercatino dei Poveri. L’attuale amministrazione comunale, con una delibera di giunta guidata da Mario Guarente, contrariamente a quanto sarebbe auspicabile, invece di portare la proposta in consiglio comunale, ha di suo deciso dove apporre la targa per i martiri delle foibe, scegliendo, a prescindere da tutto, proprio quella storica piazza. Probabilmente ignoravano che in quel luogo c’era già un nome popolare. Questo ulteriore sfregio alle tradizioni, a chi ha radici lontane a Potenza, ha dato molto fastidio. Ed è per questo che è stato fatto notare che la decisione è stata presa da chi evidentemente non ha radici e conoscenza della storia della città che è chiamato ad amministrare. E da li è partito il vittimismo di alcuni componenti l’amministrazione, con accuse fuori luogo a chi ha evidenziato questi aspetti. Accuse che sono il frutto di una manipolazione dei fatti, con furbizia e scaltrezza. Addossando a chi critica, razzismo e disprezzo verso gli altri. Questo modus accomuna più componenti dell’amministrazione Guarente. Sono fatti che si ripetono: in altre occasioni, come nella sconfortante vicenda di qualche anno fa, il 2019, della movida sul Basento. Un “fiume” di irregolarità e abusi, ordinanze fuori da criteri corretti e favoritismi, che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, finiti poi al vaglio della Procura della Repubblica. Anche in quel caso chi ha evidenziato lo sfregio fatto alla buona amministrazione, oltre ad aver ricevuto pesanti minacce da bontemponi interessati al cospicuo business, è stato additato come il nemico della città. E gli esempi sarebbero ancora tanti altri. Amministratori che se presi “con le mani nella marmellata” si rivoltano con accuse infondate e tendenziose al fine di screditare e ribaltare le responsabilità. Del resto se il buon giorno si vede dal mattino: chi ha sempre criticato e insultato i nordisti della Lega, oggi ne è diventato paladino, ha acquisito usi e costumi che con la cultura potentina poco hanno a che vedere. L’aspetto più preoccupante è che quanto conosciuto è solo ciò che di tanto in tanto viene alla luce.