POTENZA: CONTINUA LA “SAD” (seduta a distanza) DELLE COMMISSIONI CONSILIARI

E INTANTO PROSEGUE LA SAGRA DELL’INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE SULLA TRASPARENZA.
Quello di Potenza è fra i comuni dove ancora si tengono le sedute delle commissioni consiliari a distanza. Mentre in altri i consiglieri si recano nelle aule, a Potenza c’è ancora chi si collega in rete, modalità utilizzata da inizio pandemia. Si collegano da dove meglio gli aggrada, coi relativi problemi di connessione. Con questo sistema le sedute non sono accessibili ai cittadini, come ha detto il presidente del consiglio, Francesco Cannizzaro, per ragioni legate alla pandemia. Ma neppure sono trasmesse in streaming, nonostante devono essere pubbliche. Un vulnus che rende un settore dell’ente pubblico simile a uno privato. A sentire le voci dei bene informati, ci sarebbero consiglieri che addirittura si collegano mentre sono in bicicletta, oppure da luoghi fuori Potenza, dove si trovano magari per motivi personali. Basta essere presenti in video all’inizio della seduta che il gettone di presenza, di 40 euro lordi, è garantito. Che poi si intervenga, o si è indaffarati in altro, nulla cambia. Se si chiede di entrare nella stanza dove si tengono le sedute nel “Palazzo del Fascio” a “Piazza Sedile” ora viene vietato. Come ha confermato il presidente delConsiglio Comunale. Il consulente esterno avrebbe dato precise indicazioni sulla modalità di accesso, e questa non sarebbe consentita ai non addetti ai lavori, se non in rari casi, quando per esempio ci sono ospiti da ascoltare. Data la singolarità della situazione è stato chiesto il documento a cui ha fatto riferimento Cannizzaro. E come spesso capita nelle pubbliche amministrazioni anche la presidenza del consiglio ha offerto la sua personale interpretazione sull’accesso agli atti. In prima battuta ha detto che per avere il documento sarebbe necessaria una richiesta scritta. Alle rimostranze citando la norma che ne consente la richiesta informale, quindi verbale, per poterne prendere visione, la sua risposta ha dell’incredibile. Tale possibilità non sarebbe prevista. Ne ha preso atto solo in seguito a numerose insistenze e avergli letto la normativa di riferimento. In poche parole molte chiacchiere senza che poi si sia stato riconosciuto il diritto del cittadino cronista, con l’ulteriore scusante della non disponibilità al momento del documento. Ma come si dice: “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” Andato via Cannizzaro, dopo una lunga disamina tecnica e sulla opportunità di continuare ancora oggi le sedute delle commissioni a distanza, guardando sulla bacheca nell’atrio della sala “i documenti che non erano disponibili” erano affissi in bella mostra. E si può leggere che il consulente già ai tempi della piena pandemia ha organizzato la sala con 21 sedute in sicurezza, col rispetto delle norme anticovid vigenti già prima della vaccinazione di massa. Ovviamente, anche alla luce della possibilità organizzativa della sala, questa prassi delle sedute consiliari a distanza sembra fuori dai crismi sia tecnici che della buona pratica. E’ ovvio dire che c’è qualcosa che non quadra in questo modus. Sembra addirittura irrispettoso per l’intera comunità alla quale non è negabile il diritto alla partecipazione.