IL CAPO DI GABINETTO DEL SINDACO DI POTENZA HA I REQUISITI NECESSARI?

Una vicenda simile a Bologna, la sentenza della Corte dei Conti  pone interrogativi che fanno pensare a una nomina “illegittima”
E’ una voce che circola da un po di tempo nei corridoi del comune di Potenza.
Rocco Coviello, già consigliere comunale, già assessore con la  giunta DeLuca, componente dello staff del sindaco, oggi capo di gabinetto, come ha confermato la segretaria generale, Maria Grazia Fontana, non essendo laureato, è in possesso di un diploma di geometra, non potrebbe ricoprire il ruolo affidatogli dalla giunta con la proposta del Sindaco Mario Guarente. In effetti ci sono sentenze che ricalcano situazioni simili che darebbero ragione a chi lo sostiene. Per esempio la Sentenza n.352/2017 terza sez.appello Roma. Ne ha scritto anche “Il Fatto Quotidiano” (Leggi Qui)Secondo i giudici contabili il sindaco di Bologna ha compiuto “un’inescusabile leggerezza” e gli contestano un’irregolarità di circa 45mila euro: ritengono infatti irregolare che sia stata retribuita una persona che non avrebbe potuto ricoprire quel ruolo” L’unica differenza apparente fra le due situazioni è che Coviello è inquadrato con la categoria C1, con aggiunta di emolumenti, il suo stipendio gli fa incassare circa 36000 euro annui; mentre “l’intruso” capo di gabinetto bolognese era inquadrato con la categoria D1, con uno stipendio di 45000 euro annui. La sentenza coinvolge tutta la giunta bolognese e tutti i dirigenti che l’hanno approvata. La Corte deduce: “il primo cittadino ben poteva e doveva sapere che le funzioni di responsabile del gabinetto del sindaco fossero inquadrabili nella categoria D del personale non dirigente (non rientrando certo in quella inferiore né – in assenza di una formale previsione – nella dirigenza)” Quindi solo chi può essere inquadrato nella categoria D potrebbe ricoprire quel ruolo. Anche la segretaria generale del comune di Potenza è convinta che sia tutto regolare. “La nomina a capo gabinetto di Coviello è regolare” ha detto al telefono. Una delle “eccezioni” riguarda gli atti e i ruoli che Coviello ha messo in atto. I bene informati dicono che abbia partecipato addirittura a riunioni col prefetto insieme ad altri organi statali e regionali, in veste di capogabinetto inviato dal sindaco. A questo punto solo l’intervento della Corte dei Conti Lucana può dare una parola definitiva di chiarezza. Potrebbe individuare similitudini e, forse, condividere la sentenza dei colleghi romani.