GLI AMICI SI SCELGONO I PARENTI NO!

IL NIPOTE DELL’ASSESSORE GALELLA INTERVIENE SUI SOCIAL “MIA MADRE NON C’ENTRA”
Sentirsi tirare in ballo pubblicamente sui social la propria madre, per colpe non sue, per un giovane uomo non è una bella esperienza. Lo ha lamentato con un post il nipote del “noto” non sempre per aspetti positivi, assessore del comune di Potenza Alessandro Galella. Questa volta per un post (poi cancellato) sulla presunta vacanza, con tanto di foto di uno splendido resort da ultraricchi, della liberata ragazza milanese che si è recata in Africa come cooperante, per aiutare gli sfortunati bambini di quel continente. E da li critiche, offese e minacce. Sulla storia del rapimento della ragazza si sta facendo un gran parlare e dalla solita destra superficiale e piaciona, alla quale si ispira Galella, vengono sollevati dubbi sulla sua reale prigionia. Come se perchè tornata convertita all’Islam, dopo 18 mesi di prigionia nelle mani di un gruppo legato e facente parte di Al Quaeda, vi sia una sorta di complicità della ragazza, bianca di 20 anni. Su questi temi la superficialità mostrata dall’assessore Galella, capo ultras e Portatore del Santo patrono di Potenza (chissà cosa direbbe san Gerardo delle tante fuori-uscite di Galella), per di più nella segreteria dell’assessore regionale Gianni Rosa, è nota. Un politico nelle istituzione a piene mani che a volte dimentica che le istituzioni non sono lo stadio. Tornando al nipote: coglie l’occasione per cercare chi fra i due, lo zio o chi ha commentato il suo post in modo volgare e offensivo, è più provocatore. Il nipote commenta il post dello zio in modo critico ma tutto sommato benevolo Ed è umano che ne faccia una velata difesa d’ufficio. Evidenzia correttamente che chi lamenta delle uscite di Galella, non può poi minacciare, insultare e mettere di mezzo la sorella, madre del ragazzo. Ovviamente quanto dice è corretto, chi ha trasceso si è in qualche modo messo sullo stesso piano. Ma al ragazzo vorrei ricordare che lo zio non è nuovo a uscite di cattivo gusto; a volte è andato oltre, molto oltre, e forse ne paga le conseguenze (ribadisco che disapprovo chi minaccia e trascende). Per fare solo due esempi dei quali sono testimone e tirato in ballo a sproposito, con cattiveria mediatica, dallo zio. In occasione della questione “movida sul Basento” della quale mi occupai facendo notare con più articoli l’illegalità delle concessioni, cosa poi rivelatasi fondata perchè i chioschi sono stati fatti chiudere, Galella costruì un post che aveva il sapore del tentativo di scagliarmi contro “i ragazzotti” che vedevano i “navigli sul Basento” con un post facendomi rientrare fra i nemici della città, il post ebbe seguito e fui “ con commenti mitragliato e offeso in lungo e in largo” Ha sostenuto anche, cosa che ha fatto rabbrividire e che racconta con chiarezza il suo profilo morale e psicologico, che del fatto che i ragazzi in via di recupero per problemi legati all’alcol nella comunità sul fiume Basento, in buona sostanza non glie ne fregasse nulla. Ha sostenuto che nessuna legge vietasse che si facessero feste e vendessero alcolici davanti la porta della comunità, fra l’altro cosa non vera. Un’inenarrabile nefandezza che solo chi si sente superiore a tutto può affermare. Concetto tanto grave quanto pericoloso. E poi: in occasione del concerto di Capodanno a Piazza Prefettura (come noi “putnzes” l’abbiamo sempre chiamata), scrissi che la scelta di usare il balcone dello stabile per pochi intimi e amici era scorretta nei confronti degli altri cittadini. Infatti negli anni precedenti non fu concesso e Galella e l’attuale sindaco Guarente fecero ferro e fuoco perchè un fotografo salì con la moglie per fare delle immagine per conto dello stesso comune. Mi derise con un misero tentativo senza che lo avessi citato, fra l’altro a mia insaputa avendo pubblicato su una pagina dalla quale mi ha escluso, senza che ve ne fosse motivo, se non per delirio di omnipresenza (l’oscuramento dalla pagina probabilmente ha l’unico scopo di non far capire quello che fa a chi “teme”) sostenendo che lui non era stato su quel balcone se non per salutare qualcuno. Le immagini che furono a mia disposizione che pubblicai lo smentirono miseramente: era stato quasi tutta la serata su quel balcone. Al nipote vorrei dire: gli amici si scelgono i parenti purtroppo no.


Questo articolo del Corriere.it 
offre molti spunti di riflessione sulla vicenda di Silvia Romano.