CONSEGNATO “FARMACO SBAGLIATO” DALLA FARMACIA DEL SAN CARLO

SOLO PER FORTUNA IL PAZIENTE HA CONTROLLATO COL FARMACISTA DI FIDUCIA
La signora Katya (nome di fantasia) è la moglie del 60enne Francesco (anche questo nome di fantasia). Purtroppo Francesco è malato di tumore e ha iniziato la chemioterapia in day hospital all’ospedale San Carlo di Potenza dopo una lunga traversia chirurgica. Dopo la seduta della terapia, dall’oncologo gli è stata consegnata la ricetta per andare a ritirare i farmaci presso la farmacia dello stesso ospedale, da prendere durante la settimana a casa prima della nuova seduta. Katya ha ritirato il farmaco e per suo scrupolo ha fatto controllare dal farmacista di fiducia se fosse tutto regolare. Il farmacista ha constatato che il farmaco era di un dosaggio minore di un terzo rispetto a quello prescritto dall’oncologo. katya il giorno successivo è tornata alla farmacia dell’ospedale che gli ha sostituito il farmaco. La scusante è stata la stanchezza degli operatori. Certo, può essere, ma non è una giustificazione. La narrativa medica racconta di diversi casi di decessi per somministrazione di dosaggi o di farmaci sbagliati. Per evitare errori oggi i medici hanno dei software con piani terapeutici precaricati, che in caso di dosaggi diversi chiedono la conferma al medico prima dell’inserimento. Nel caso di Francesco le conseguenze non sarebbero state pesanti, però la terapia non sarebbe stata efficace, tuttavia recuperabile. Se invece gli fosse stato inversamente consegnato un farmaco di dosaggio triplo, le conseguenze sarebbero potute essere molto gravi. Allora viene spontaneo immaginare di consigliare: “invece di rincorrere le streghe dell’informazione, spendendo denari pubblici e impiegando concentrazione “inutilmente” perché non impegnarsi di più per migliore i servizi? Infatti l’immagine di un’azienda sanitaria migliora soprattutto rendendone efficaci l’assistenza e i servizi.

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