DUBBI SULLA GESTIONE DEL PARCO FLUVIALE BASENTO

MOLTI CITTADINI PRO E QUALCUNO CONTRO MA LE REGOLE?
Stanno facendo discutere e molto i nuovi insediamenti nel Parco Fluviale Basento che attraversa Potenza. Un modo per rivitalizzare la città per molti, un uso improprio e invadente delle concessioni per altri. Il parco è una realtà sempre più apprezzata, per molti amanti delle passeggiate a piedi e in bicicletta già da diversi anni. Non è sfuggito a nessuno che da qualche tempo sono state installate delle strutture in quella che, dall’autorità regionale di Bacino, è definita zona rossa a rischio esondazioni. Ovviamente i sospetti sulla prassi seguita per l’affidamento si fanno sempre più pressanti. In quell’area ogni insediamento non è consentito. Invece le strutture in legno sono state installate proprio sull’argine, con annesse birrerie-bar all’aperto, con tettoie fisse. L’autorizzazione, senza che sia stato pubblicato un bando, l’ha concessa lo stesso organo regionale che deve far rispettare le prescrizioni. Con un versamento di 210 euro è stato possibile ottenere un’area di pregio e commercialmente “molto appetibile” per 5 mesi. Una vicenda tortuosa con contorni a tinte chiaro scuro che pare abbia trovato in prima battuta la contrarietà dello stesso dirigente regionale che ha poi però cambiato posizione, concedendo le autorizzazioni sulla scorta di richieste di tre associazioni che riguardano le sola attività di intrattenimento culturale, senza che vi fosse alcun riferimento alla somministrazione di bevande e cibo o a strutture fisse. Si sa, la città è piccola e le notizie corrono e su questa “operazione” sono molti gli occhi puntati: di commercianti e cittadini. Sui social si susseguono gli apprezzamenti per l’iniziativa ma c’è chi lamenta che si rischia lo snaturamento del parco e del suo ecosistema. Saltano agli occhi i bagni chimici da cantiere, la chiusura con un gazebo della vista dal parco del ponte romano, protetto dalla sovraintendenza, e del sentiero che porta sulla riva del fiume sotto il ponte. Si notano bidoni, banconi e insegne sul percorso. E non è finita: perché ci sono altri luoghi dove sono alloggiati materiali che stanno assemblando. Le “associazione culturali” hanno partecipato all’avviso del comune di Potenza “estate in città” a febbraio, ma l’amministrazione comunale non ha nessuna autorità su quell’area se non la funzione del controllo di eventuali abusi. E per questo c’è chi si domanda come mai i Vigili Urbani non abbiano notato che i lavori per la realizzazione dei chioschi sono iniziati da circa 20 giorni e che nessun cartello di inizio attività è stato esposto; probabilmente perché ancora non c’era l’autorizzazione. La concessione per l’uso dell’area è per le sole attrezzature non fissate al suolo (per esempio ombrelloni e sedie) ed è stata firmata il 14 giugno, a lavori iniziati, due giorni prima dell’apertura delle attività del primo gazebo. Anche l’ex assessore Rocco Coviello, nuovo general manager della città, la dava per acquisita, rispondendo sui social a chi lanciava qualche perplessità procedurale. Già il 9 giugno ha commentato scrivendo di un’autorizzazione esistente, che poi si è scoperto ancora non prodotta. L’assessore ha addirittura confutato l’inesattezza di chi aveva lanciato dubbi. Ha voluto tranquillizzare i lettori sulla regolarità della realizzazione, affermando l’alto livello culturale e sportivo dell’iniziativa. Ma dall’ufficio sport del comune, che l’anno passato ha organizzato diverse attività sul parco fluviale, non ne sanno nulla. Il dilemma è: il parco rischia di snaturarsi e diventare una zona commerciale e non più dedicata allo sport e alle tranquille passeggiate all’aria aperta, molto apprezzate dai potentini? Si dovrà fare i conti con gli avventori dei locali che accoglieranno quella che alcuni hanno definito la movida potentina, molto appetibile agli imprenditori della ristorazione coinvolti, che poco hanno a che vedere con la cultura; i più spiritosi dicono: “molto con la cottura” Tutto questo fa pensare alla classica attività commerciale inglobata in un’associazione culturale. Chissà se la dotazione per i clienti prevede anche i salvagente, visti gli ultimi catastrofici avvenimenti atmosferici. Dagli uffici regionali hanno detto che controlleranno il rispetto delle prescrizioni e che sarà necessario l’avvio di un tavolo col comune di Potenza, già da loro richiesto in più occasioni, per definire luoghi e modalità pubbliche per le concessioni di quei luoghi. Oltre alle diverse pendenze da sanare sul parco. E’ mancata una programmazione in fase di progettazione che sta creando i presupposti per una gestione improvvisata e in alcuni casi contro norma di beni pubblici dall’alto valore sociale, paesaggistico e naturale.