LA PREVENZIONE E LA VACCINAZIONE, LE ARMI DISPONIBILI PER NON INCAPPARE NELLA SANITA’ DEI NON SERVIZI

UNIBAS E CROB INSIEME PER SPIEGARE AGLI STUDENTI L’IMPORTANZA DELLA VACCINAZIONE E DELLO SCREENING
L’iniziativa si ripete ogni anno durante la giornata mondiale contro il cancro. E come tutte, anche questa evidenzia pregi e difetti della sanità. Per il Crob Irccs di Rionero in Vulture è sempre un’occasione anche per farsi “propaganda” E’ stato spiegato alla platea di studenti del settore sanitario dell’Università lucana, dalla responsabile regionale dello screening, Francesca Sanseverino, quali sono i meriti degli screening e dei vaccini contro il papilloma virus che in alcuni casi si trasforma in tumore cervico uterino. “Il Crob ha molte eccellenze e stiamo lavorando in gruppo col Pascale di Napoli e il centro oncologico di Bari” Ha detto il neo direttore generale Massimo De Fino. “Dobbiamo rafforzare e rendere efficace la rete oncologica regionale” Lo ha detto dopo aver fatto da portavoce all’onnipresente assessore Francesco Fanelli, del quale ha letto un suo intervento. Un’anomalia che ha dato così la netta impressione di non aver compreso che le aziende sanitarie e ospedaliere, godono di totale autonomia dalla politica. Il direttore ancora una volta, come è costume di quell’ospedale da sempre, ha affermato che nel centro che dirige da pochi mesi ci sono eccellenze, lasciando intendere che l’ospedale è, nella ricerca e nella cura, all’avanguardia. Se non fosse che la stessa Agenas, l’agenzia nazionale che coadiuva il governo sanitario nazionale, ha detto, per bocca del suo direttore, pochi mesi fa che: “il Crob dovrà diventare un centro d’eccellenza” E sono pochi i mesi trascorsi da allora. Se lo è diventato in così poco tempo si tratta di un vero e proprio miracolo. Infatti alla domanda del perché il 45 per cento dei pazienti oncologici si rivolgano fuori regione, in particolare in Lombardia, il direttore De Fino è apparso in difficoltà nella sua risposta. Intanto la sanità regionale annaspa. Liste d’attesa lunghissime, apparecchiature importanti non funzionanti e mancanza di personale cronica, l’attanaglia. Certo è che anche l’ospedale regionale, il San Carlo, è in forte difficoltà. Quell’ospedale che nel bene e nel male è stato “la valvola di sfogo” per decenni. Oggi in forte affanno! (Leggi QUI) Gli holter cardiaci, per fare un esempio, sono rotti e chi deve fare la visita per essere sottoposto all’esame non ha la possibilità: le date sono da definire in futuro. Nell’ematologia sono costretti con cartelli affissi a chiedere pazienza a chi deve essere sottoposto a visita, sono pochi i medici e devono seguire tutte le attività. Il cibo è “ingoiabile” come hanno riferito alcuni pazienti. Le liste sono nella maggior parte dei casi lunghe. I medici che possono lasciare la struttura per la pensione o per trasferirsi lo fanno senza pensarci troppo. E poi gli ospedali non sono interfacciati fra loro. Una rete fra ospedali e non solo oncologica, della quale si parla da decenni e mai la si realizza davvero, per una piccola regione come la Basilicata, sarebbe più che utile. Intanto i cantieri edili al San Carlo e in altre strutture sorgono come funghi. Sembra che il core business sia più il PIL dell’edilizia che quello sanitario. E’ come manutenere un’auto da corsa a puntino senza avere a disposizione il numero sufficiente di piloti per compiere l’infinita traversata nei servizi per la salute dei cittadini. In tutto questo il servizio a pagamento ne approfitta e gode di ottima salute. Aver affidato a Fanelli il settore che era evidentemente a lui sconosciuto è stata una scelta infelice per la sanità regionale. Intanto non si fa scappare occasione per essere presente a ogni evento. Le elezioni sono in vista.