IL PIANO, PIANO SANITARIO REGIONALE. IL FUTURO DELLA SALUTE CI ATTENDE

MOLTI I DATI DEI QUALI TENERE CONTO. LAVORO CHE RICHIEDE GRANDE CAPACITA’ E PROFONDA CONSOCENZA DELLA SANITA’ E DEL TERRITORIO. QUESTA GIUNTA E’ ALL’ALTEZZA?
Un piano sanitario regionale tutto da pianificare. Questo è quanto è stato detto ieri nell’incontro voluto dalla regione Basilicata con le forze sociali e i sindaci della regione, che si è tenuto presso l’auditorium dell’ospedale regionale San Carlo di Potenza. Il 26, presso la regione, c’è stato un incontro gemello, coi consiglieri regionali, All’incontro di ieri, la maggior parte dei deputati e senatori ha disertato l’invito che il Presidente Bardi gli ha inviato. Solo Mattia era presente. E’ stata l’occasione per spiegare la legge alla quale fare riferimento, il decreto 77 del 23 maggio 2022, e le possibilità economiche che il Pnrr mette a disposizione delle regioni per migliorare l’offerta attraverso una più moderna organizzazione. Si tratta di 128 miliardi che dovranno essere gestiti dai circa 200 direttori delle Aziende sanitarie italiane. Nelle intenzioni l’incontro avrebbe dovuto offrire spunti attraverso un confronto con gli invitati. Raccogliendo proposte e suggerimenti. Purtroppo non c’è stato il tempo. Iniziato con un’ora di ritardo, nella migliore tradizione meridionale, è durato poco più di due ore. La maggior parte del tempo è stato messo a disposizione e utilizzato dal direttore generale dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), Domenico Mantoan. L’agenzia che supporta le regioni nella stesura del piano sanitario che è una sorta di mappa che la politica chiede ai manager di seguire. Mantoan ha sciolinato una infinità di dati, ha messo l’accento sulle

I sindaci collegati da remoto

responsabilità fondamentali della politica sulle scelte sanitarie che, dai suoi calcoli, inciderebbero per 50 per cento sull’esito, oltre al 25% relativo alle risorse e un altro 25 agli operatori. Ha evidenziato la necessità di mettere a punto la rete oncologica regionale, ponendo l’attenzione sulla mancanza dell’Hospice, che assiste i malati di tumore in fase critica, nel materano. Passando poi alla costituzione di sei distretti, così detti della salute: uno ogni circa centomila abitanti, e delle case della salute. Ne sono previste 19 in relazione ai fondi del Pnrr, ma non è escluso che con fondi regionali se ne possano costituire di più. Di potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata, di aggiungere al dipartimento emergenza urgenza le auto mediche, di mettere in piedi, nominando un responsabile, la rete cardiologica con particolare attenzione al settore della Trombo-lisi, che in Basilicata sarebbe meno efficiente che in altre regioni. Ha poi segnalato come alcuni settori, come l’ortopedia, siano in forte sottodimensionamento, rappresentando una delle principali fonte di spesa per la migrazione sanitaria. Altro punto debole evidenziato è stato quello della completa assenza di Rsa pubbliche, case di accoglienza per anziani,
e tanti altri spunti, come la collaborazione più stretta coi privati sino a fare un centro di prenotazione unica sia per il pubblico che per il privato. Una lunga disanima di dati e possibilità che alla fine dell’incontro ha visto la critica di qualche sindaco, a partire dal rappresentante dell’Anci. Poche le domande possibili che così ha visto snaturata l’essenza dell’incontro che tutto sommato è apparso in qualche modo il libro dei sogni. Anche in considerazione del fatto che molti temi, come la rete oncologica, sono in discussione da decenni e mai hanno vista la loro realizzazione compiuta. E poi c’è il tempo. La giunta Bardi dovrà ripresentarsi agli elettori fra circa un anno e, nonostante gli auspici di ottenere dalle parti sociali e sindacali spunti e rilievi entro un mese, sembra veramente poca cosa rispetto all’obiettivo – ardito – di uno stravolgimento significativo della rete sanitaria regionale.