SE SI CERCA LA STORIA SU WIKIPEDIA SI RISCHIA DI PRENDERE CANTONATE

LA VICENDA DELLA PRIMOGENITURA DELLE RADIO LIBERE E’ L’ESEMPIO ECLATANTE
Per molti è una sorta di vocabolario della storia. Invece riporta tante inesattezze e falsi storici. Lo spunto per questa affermazione scaturisce dalla vicenda, ormai “stucchevole” dell’intitolazione dell’affaccio, conosciuto da sempre fra i potentini come Belvedere di Montereale, a Nino Postiglione, deceduto nel 2013. La motivazione principale nella delibera della giunta comunale è: in quanto pioniere delle radio libere in Italia. Il suo principale “sponsor” Tonino Luppino, di Sapri, già autodefinitosi “pirata delle radio libere” dipendente della Regione Campania in pensione, consigliere e responsabile della comunicazione dell’associazione privata Rea (Radiotelevisioni europee riunite) che in ogni luogo e occasione ha sostenuto che la primogenitura di Postiglione risalirebbe al 1973, data dell’iscrizione della radio alla Camera di Commercio di Potenza. Come LucaniaOggi ha dimostrato (Leggi QUI) “carte alla mano” quel documento invece dimostra che l’iscrizione è avvenuta nel 1978, smentendo senza possibilità di appello per Luppino e chi lo sostiene. Tornando a Wikipedia: Luppino dice anche pubblicamente che basta consultare Wikipedia per trovare i cenni storici sulla bontà delle sue affermazioni. In effetti ci sono e sono pressoché in linea con quanto lui stesso sostiene, al punto che sembra che quei dati li abbia inseriti lo stesso Luppino; sembrano la fotocopia di quanto lui afferma. Si sa che su Wikipedia chiunque può scrivere. Nella stessa pagina dedicata alle Radio Libere, poche righe sotto, invece è scritto che la prima radio libera nata in Basilicata sarebbe Radio Potenza Centrale, ma nata nel 1976. Dato anche questo da verificare, sia perché il certificato della camera di commercio accerta che l’iscrizione è del 1978 e poi, anche se avesse iniziato come “pirata illegale” nel 1976, in Basilicata in quel periodo, e anche prima, altre realtà radiofoniche erano già in etere. Questa vicenda fa riflettere sulla storia degli eventi in generale. A Postiglione, sulla base di un documento letto secondo un criterio “Luppiniano” sono state dedicate strade, piazze, sale stampa importanti, come si fa con i veri pionieri, conduttori e scopritori, senza che i meriti fossero verificati. Consegnati alla “storia” sulla base delle affermazioni del Rea (associazione privata) e di Luppino, con le contraddittorie affermazioni del suo presidente, Antonio Diomede, e di quanto è scritto su Wikipedia. La domanda che scaturisce da questa “allucinante storia” (come l’ha definita la nipote di Peppino Impastato, Luisa), è: quanti meriti o demeriti nella storia sono stati riconosciuti in seguito a ricostruzioni fantasiose? Quante storie sono state manipolate? Una seria riflessione che lascia tanta amarezza tanto più quando sono coinvolte le istituzioni che spesso sono complici per la superficialità di chi le gestisce.

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