QUEL PARCHEGGIO DEL SAN CARLO, CHE ERA PUBBLICO, “PRIVATIZZATO” E’ TORNATO IN PARTE ALL’OVILE

La perseveranza e le leggi hanno avuto la meglio.

A quanto pare hanno “preso coscienza” che esistono delle regole che non possono essere sovrastate come se si trattasse dell’attraversamento di un fiumiciattolo. Un’ampia area del parcheggio gestito dal San Carlo è stata riaperta come era doveroso. Le sbarre sono alzate e chiunque può finalmente parcheggiare liberamente; senza dover “lasciare l’obolo” che, per di più, rende fatturato a un privato. L’area in questione è quella che si trova di fianco alle “tende del Quatar” Prospiciente la stazione ferroviaria della Fal e dello Stato. Un parcheggio che era del comune di Potenza, dotazione del quartiere, che col beneplacito di quella politica “connivente” è stato sottratto alla città e fatto gestire dal San Carlo che lo ha affidato a un privato; che ovviamente ne vuole fare degli utili. Per di più, a scapito di chi è costretto, trattandosi di un ospedale. Un parcheggio, realizzato con fondi pubblici (escludendo il silos, per in quale c’è stato il cofinanziamento di un privato)  che era totalmente pubblico (ancora lo è trattandosi di un ospedale pubblico) che contro norma è stato completamente chiuso. Infatti le normative prevedono che comunque va lasciato un “numero congruo” di parcheggi liberi, se si decide, per motivi legati alla gestione (non per fare cassa) di renderlo a pagamento, al fine di garantire il turn over, se i parcheggi non sono sufficienti. E’ lì non c’è mancanza. Purtroppo la cattiva educazione e l’abuso da parte degli utenti ha costretto l’amministrazione a doverlo regolamentare. Infatti prima era comune assistere “al parcheggio selvaggio” che in qualche caso impediva alle ambulanze di poter passare con la dovuta celerità. Tuttavia questo non consente di farne un attività di lucro. Infatti, si deve fare solo per garantire il turn over e la corretta gestione. Gli accordi con gli utenti, le associazioni che li rappresentano, prevedevano l’esenzione per una ampia platea di persone e il non dover fare lucro sulla gestione. Oltre ai dipendenti, ai malati, ai volontari, anche ai parenti che prestano assistenza ai malati stessi, come molti fanno – supplendo alle carenze dell’azienda – erano esonerati. Invece, fino alla riapertura di quel parcheggio di fianco le tende, pagavano praticamente tutti, escludendo i dipendenti. Chi scrive è stato citato per danni, per molte migliaia di euro, dal fondo proprietario della società della gestione, che paga le pensioni agli ingegneri e altre categorie, per aver lamentato tutto questo. Doglianze indirizzate all’ospedale, che ha la gestione, e non al concessionario (sembra che abbiano preso le difese dell’ospedale). Una causa evidentemente tesa a “minare la libera espressione” di chi conosce bene le norme e i fatti; comprese quelle infrante con la collaborazione di quei politici che negli anni hanno consentito che tutto ciò, hainoi, avvenisse. Ci sono voluti anni di battaglie solitarie se non con l’intervento e la giusta difesa del difensore civico regionale, perché dall’ospedale San Carlo facessero quanto era nel loro dovere. Oggi un buon numero di parcheggi è stato riportato nell’alveo delle normative. La speranza è che la presa coscienza si allarghi a molte altre questioni che attanagliano il buon andamento dell’ospedale.