“L’INCUBO DELLA MOMENTANEA IMPOTENZA DI UNA CULTURA ANTICA”

LA POLITICA IMPORTATA CHE NON SI ADEGUA.
Andando a memoria si può dire che non si mai vissuto un periodo politico più triste in Basilicata. E non significa che i precedenti siano stati splendenti, ma una sensazione d’impotenza così profonda non si è mai vissuta, come dicono in molti. Eppure le storture, gli abusi, le strafottenze, le clientele e le lamentele non mancano; tutte bocciate dal Presidente Bardi come pretestuose, pregiudizievoli, provocatorie e così via. Intanto il malcontento fra la gente aumenta e i segnali che arrivano anche in questi giorni da via Verrastro non sono incoraggianti. E’ evidente la confusione che regna e c’è una folta platea di “opinion leader” che si esprime all’incirca nello stesso verso: ” In Basilicata devono decidere e scegliere i lucani e non i campani ” La “truppa” di recente arrivo da quella regione nei posti di comando in Basilicata è folta. Posso affermare che non ho mai assistito in 25 anni di “militanza” nel mondo della sanità regionale, a una tale caparbietà di un direttore del San Carlo, ne ho visti passare all’incirca sei, che nonostante le numerose di polemiche interne ed esterne all’ospedale non si sia dimesso. Alcuni se ne sono andati anche per critiche di gran lunga minore portata appena hanno avvertito che a una gran fetta della società lucana non erano graditi per diverse ragioni. E la politica si è

Il Senatore della Lega Pasquale Pepe

quasi sempre adeguata. Alcuni se ne sono andati di loro spontanea volontà, forse perché calati in una regione difficile come la nostra. Fin ora i presidenti della regione sono stati quasi tutti lucani o che vivevano in Basilicata da tanto tempo. Conoscevano la realtà e in qualche modo si sono districati per far contenta la maggior parte dei corregionali. Oggi abbiamo un ex lucano calato dall’alto che evidentemente ha dimenticato la pasta con cui sono fatti i lucani tenaci, non di quelli servili e accondiscendenti, pur di avere qualche briciola che cade dal tavolo. Molti che ne erano inizialmente entusiasti oggi si sono ricreduti e criticano se stessi per aver agevolato la “discesa in campo” del generale. Sarà il taglio dei capelli ma il direttore Barresi sembra gestire l’ospedale a forza di reprimende e propaganda; addirittura assumendo nel suo staff, la madre di un editore con un passato non proprio esemplare, che non fa altro che loderne le gesta e tesserne la tela. Questo in passato sarebbe stato considerato scandaloso e fortemente contestato. Tutto ciò probabilmente è dovuto anche al comportamento di alcuni lucani eletti: esemplari sono le dichiarazioni del senatore-sindaco di Tolve, Pepe, che in aula a Montecitorio si è prostrato ai piedi del Senatur junior, erede del partito anti sud per eccellenza, con un intervento da leghista esaltato della prima ora.

Il DG del S. Carlo Massimo Barresi

Quasi come se avesse dimenticato di essere lucano e quante offese siano giunte dal suo partito verso i meridionali, invece dimostrandosi omissivo su queste vicende che riguardano la sua terra. Ai più puri era già chiaro quando l’ex generale della Guardia di Finanza è stato spalleggiato dal “pregiudicato B” Verso il quale il Bardi proferisce stima incondizionata, nonostante sia stato indicato dal Procuratore DiMatteo, come un pagatore della mafia anche quando era a capo del governo nazionale. Forse chi vede nei corpi di Polizia e di controllo la garanzia di uno stato che combatte il malaffare e tenta di arginare chi non è con la coscienza proprio immacolata, è una cosa difficile da digerire “il rospo non scende” Ora sorge un problema superiore: la delicata fase 2. Se la confusione continua non c’è da stare allegri, anche se i lucani hanno dimostrato di saper badare a se stessi, difendendosi da soli, non potendo contare evidentemente su di una sanità all’altezza della situazione, sfruttando le caratteristiche della regione che, mai come in questo periodo pandemico, sono tornate utili: bassa intensità abitativa, pochi contatti con le altre regioni, collegamenti deficitari e meno anziani nelle diverse case di riposo lucane. Quella che è considerata una condizione sfortunata si è trasformata in un grande vantaggio.